I sogni da sempre suscitano fascino e attirano l’interesse dei sognatori.
Le emozioni e le sensazioni che si provano quando si sogna sono talmente vivide e vicine a un’esperienza reale che ci si chiede se abbiano un senso, se siano riconducibili a vissuti o esperienze che, a livello di coscienza, non si riescono a comprendere o a risolvere.
Si sente la curiosità di conoscerne il significato, di scoprirne il messaggio che portano e di comprendere se ci rivelano qualcosa di una persona a noi vicina.
Per qualcuno assumono anche significati magici, predittivi del futuro o rivelatori di segreti.
Nella Bibbia il sogno è uno dei luoghi dove Dio comunica con gli uomini, un luogo che connette il terreno all’ultraterreno.
Per i nativi d’America la notte regala preziosi insegnamenti.
I nativi dispongono l’Acchiappasogni, un antico e sacro oggetto, a protezione della tenda per dissolvere cattive energie, proteggere le sfere dell’esistenza, favorire la crescita spirituale e filtrare i sogni. È un cerchio, che rappresenta l’universo, con una rete intrecciata al suo interno, simile alla ragnatela del ragno, che ha il compito di catturare e trattenere i sogni. Se sono sogni positivi, l’acchiappasogni li affida al filo di perline, che rappresenta le forze della natura, e li farà avverare. Altrimenti li consegna al filo di piume di uccello che li porta via, lontano, disperdendoli nel cielo.
Per la Gestalt, invece, non esistono sogni positivi e sogni negativi, ogni frammento del sogno appartiene a chi sogna, è una parte della sua personalità e in quanto tale ha un motivo di manifestarsi. Ogni frammento porta un messaggio relazionale, ci riconduce a una relazione della nostra vita, che chiede di essere integrata.
La tecnica che Perls, fondatore della Terapia della Gestalt, utilizzava per lavorare con i sogni è quella di chiedere al sognatore di narrare il sogno al tempo presente e poi di drammatizzarne ogni frammento emerso dal racconto. Lo scopo terapeutico è quello di far identificare il sognatore con le varie parti del suo sogno per permettergli di dare voce e riconoscere le sue polarità interne, ampliare la percezione sui conflitti irrisolti e le esperienze sospese.
Raccontare, vedere, sentire e sperimentarsi nelle diverse parti, emozioni e sensazioni emerse dal sogno permette al sognatore di comprendere e integrare, nel qui ed ora, il messaggio nascosto in ogni frammento della narrazione e n modo da permettergli di chiudere le Gestalt incompiute, ossia quei comportamenti e dinamiche relazionali che si ripetono, in maniera nevrotica, nella quotidianità.
Jung, oltre ai sogni veri e propri, considera altamente significativi anche le fantasie, i sogni a occhi aperti e le visioni come manifestazioni dell’inconscio, di quel grande laboratorio creativo che è la natura che nulla ha a che fare con la cultura.
Sognare è terapeutico di per sé, è il tentativo della psiche di ritrovare l’unità, l’equilibrio.
Sarà terapeutico anche sognare a occhi aperti?
“Un vincitore è un sognatore che non si è mai arreso.”
Nelson Mandela
I sogni sono desideri che spingono a stabilire nuovi obiettivi, a costruire cambiamenti, a seguire passioni e a dirigersi verso un futuro appagante. I sogni rappresentano la possibilità di raggiungere nuovi attimi di felicità. La realizzazione di un sogno consolida l’autostima e aumenta la sicurezza di poter orientare le scelte verso i bisogni più profondi.
Sognare è prendersi cura del proprio bambino interiore, di quel bambino che ha ancora voglia di seguire il proprio intuito e di dare spazio alla propria immaginazione. Cosa vuol fare da grande quel bambino? Cosa desidera sperimentare? Che follia vuole concedersi?
Sognare è ascoltare il proprio bambino, fidarsi della sua saggezza autentica.
Ci ricordiamo i sogni che avevamo da piccoli? Li abbiamo realizzati o li abbiamo messi nel cassetto?
Molto spesso ciò che desideravamo da piccoli è molto vicino a ciò che vorremmo oggi, magari non è esattamente la stessa cosa, ma c’è quasi sempre un’attinenza o qualcosa che entra in risonanza.
Se lo avessimo già realizzato quel sogno che avevamo da bambini?
Sarebbe stupendo e sarebbe il momento di suscitarne altri.
Come si realizzano i sogni?
Tirandoli fuori dal cassetto, osservandoli, scrivendoli e, se ancora ci suscitano le farfalle nello stomaco, con cura, senso logico e determinazione dando loro la forma di un progetto concreto.