Storie di Famiglie Meticce

Chi sono le Famiglie Meticce?

La famiglia è il primo e più importante sistema sociale, affettivo e relazionale. Ogni membro ha un suo ruolo che è importante venga riconosciuto e rispettato; chi è grande dona amore, cure e sostentamento e chi è piccolo riceve e accoglie.

L’adulto si fa carico della propria vita e del proprio destino, si assume la responsabilità delle proprie scelte e delle proprie azioni e si prende cura dei piccoli.

I figli ricevono dai genitori amore, attenzioni e la benedizione per diventare a loro volta donne e uomini adulti.

Gli animali da compagnia sono dei piccoli della famiglia, hanno bisogno dell’adulto per sopravvivere, ma, a differenza dei figli, dipenderanno per tutta la vita dai loro umani. Per essere liberi e felici hanno bisogno di vivere la loro unicità come cani, di non farsi carico delle aspettative degli umani e di non diventare dei sostitutivi d’amore o riempitivi di vuoti.

Il loro flusso emotivo è privo di protezione, i cani assorbono e leggono le emozioni dei familiari umani e le esplicitano nel comportamento e, a volte, persino attraverso la manifestazione di patologie.

Più l’umano è in ascolto di sé e del proprio mondo emotivo e più i cani saranno liberi di esprimere il loro essere perfettamente cani.

Meticce sono tutte le creature non di razza, ma ugualmente intelligenti e meravigliose.

Famiglie Meticce sono le famiglie che hanno scelto di allargare la sfera affettiva anche ai loro animali da compagnia, famiglie che condividono spazio, tempo, attenzioni, cura e amore con cani e gatti.

Famiglie che cercano di guardare il mondo con gli occhi del loro pet e che si interrogano sulla sua felicità.

I seminari di Famiglie Meticce sono nati dal desiderio di ascoltare storie di umani e dei loro animali, ripercorrerle per allargare lo sguardo, per rassicurare o per scuotere, ma sempre con l’impegno di riportare un equilibrio.

Ogni storia, ogni relazione è unica come sono unici i soggetti che la vivono.

Far fiorire l’unicità di ognuno, nel rispetto di tutti, è l’obiettivo del mio lavoro, è la passione che anima la mia professione.

Storie di famiglie Meticce inizia con la storia della mia famiglia e di Ringo, un racconto senza veli, senza attenuanti. Prima di mettermi in ascolto di me, del mio mondo emozionale e di quello di Ringo, prima di avere strumenti per creare una relazione autentica.

Ringo

Ringo, è un labrador marrone, il nostro labrador marrone.

È arrivato nella nostra famiglia, a qualche mese di distanza da George, il nostro primo cane.

Il giorno in cui lo abbiamo portato a casa, Ringo aveva poco più di due mesi, è stato accolto da George con amore fraterno, un amore che, con immensa nostra fortuna, si è rivelato reciproco e che li ha accompagnati per tutto il tempo in cui sono stati insieme.

Ringo è arrivato, o almeno così ce l’eravamo raccontata, per accompagnare mio marito nella cinofilia da soccorso, doveva essere il suo compagno di ricerca. George era il mio.

Se ripenso a Ringo da piccolo, me lo vedo con una panciona enorme, piena d’aria. Penso di avergli fatto ingurgitare miliardi e miliardi di fermenti.

Per addormentarsi si accoccolava vicino a noi e ciucciava i nostri vestiti e se noi, non eravamo disponibili, succhiava l’orecchio di George, che accettava sempre di buon grado.

Durante le nostre assenze quotidiane ha mangiato il fondo del divano, un’intera enciclopedia di cucina, svariati altri libri, occhiali, telecomandi vari. Secondo me, George gli dava man forte.

Quando rientravamo aveva lo sguardo colpevole, molto colpevole.

L’addestramento con la protezione civile è iniziato praticamente subito.

Socializzazioni e prove di coraggio, di tempra.

Abbiamo messo in atto tutti i consigli per far sì che Ringo scegliesse mio marito come riferimento primario, proprio perché era con lui che doveva fare coppia nelle attività di salvataggio.

Lo portava al guinzaglio, gli metteva la ciotola con le crocchette, lavorava solo con lui in addestramento.

Ringo man mano che avanzava con l’addestramento evidenziava problematiche di fiducia nei confronti dei figuranti e, nonostante le numerosissime sessioni di lavoro, presentava dei deficit in tutto ciò che riguardava il controllo, come il richiamo e l’obbedienza.

Raramente abbiamo separato fisicamente Ringo e George, facevamo fare loro tutto insieme.

Le passeggiate non rientravano nella routine, avevano a disposizione un cortile enorme per le loro scorrazzate.

In realtà, le uniche scorrazzate che Ringo faceva in cortile, erano funzionali a rincorrere gli uccelli e a cacciare via il postino, attività, quest’ultima, che gli è costata due dolorosissime protusioni discali.

Abbiamo sempre condiviso le vacanze con George e Ringo, pensandole anche per loro. Il risultato era quasi sempre distruttivo, tornavamo più stanchi di prima per l’enorme fatica nella loro gestione fuori dal contesto quotidiano e per le nostre rinunce.

Ringo aveva a disposizione ottime crocchette, ottime cure veterinarie, viveva in casa con noi, a letto con noi. Aveva anche un amico cane e vari gatti.

Questa la vita di Ringo, la nostra vita finchè…

… mi sono ascoltata in profondità, ho guardato veramente Ringo negli occhi e ho cercato strumenti per raggiungere il suo cuore e curare la mia anima.

Oggi so che Ringo era un cane dall’animo dolce e malinconico, profondamente generoso e emotivamente delicato. Innamorato del mare.

Oggi so che lui ha ipotecato molti dei suoi bisogni per me.

Oggi gli sono profondamente grata e desidero che lui possa ricevere, in un’altra vita, tutto ciò di cui ha bisogno.

Oggi, se questa storia non fosse la mia storia, e qualcuno me la raccontasse mi sorgerebbero parecchie domande, diverse curiosità e sarei disponibile a offrire stimoli per un’osservazione della relazione da nuovi punti di vista.

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