Favola di un viaggio verso se stessi
Molto tempo fa, su un altopiano, al centro di una lussureggiante foresta, esisteva un villaggio in cui viveva la tribù del Grande Spirito.
Questa tribù aveva adottato Cuore di Luna, una ragazzina che Occhi di Lince, la vecchia sciamana, trovò durante uno dei suoi viaggi alla ricerca delle erbe curative.
Il giorno in cui Occhi di Lince ritrovò Cuore di Luna, la bimba aveva pochi mesi, era stata adagiata su un letto di foglie e ricoperta con una pelle di orso. A pochi metri di distanza, una maestosa pantera nera vegliava su di lei.
La sciamana Occhi di Lince si fermò, aspettò immobile e in silenzio.
La pantera, impassibile, la esaminò, annusò l’aria, si avvicinò alla bambina e poi con uno spaventoso ruggito si allontanò e scomparve nella foresta.
La sciamana Occhi di Lince attese ancora qualche minuto e poi si avvicinò alla piccola, la prese tra le braccia e rimasero sedute a lungo sotto la pelle d’orso finchè i raggi della luna non illuminarono il viso della bambina. Era arrivato il momento di tornare al villaggio.
La sciamana Occhi di Lince chiamò la bambina Cuore di Luna.
La tribù del Grande Spirito diventò la casa di Cuore di Luna, la sciamana Occhi di Lince la sua mamma di cuore e Luce del Giorno la mamma di latte.
Cuore di Luna aveva tutto l’affetto che una bambina poteva desiderare, ma accanto al suo cuore lei sentiva un vuoto, un desiderio inespresso, un richiamo profondo che si avvertiva nei suoi occhi azzurri e profondi.
Quando Cuore di Luna diventò donna chiese alle sue mamme di poter fare un viaggio nella foresta, da sola, era sicura che se la sarebbe cavata, perché sostenuta dagli insegnamenti delle sue mamme e dagli Amorevoli Spiriti.
La sciamana Occhi di Lince e la mamma di latte trascorsero un’intera notte a cantare, a bollire erbe e a danzare finchè al mattino chiamarono Cuore di Luna per darle la loro benedizione per il viaggio.
Cuore di Luna intraprese il suo viaggio nella foresta.
Fin dai primi giorni sentì di essere seguita e protetta da qualcuno, era la sua pantera, la stessa pantera che aveva vegliato su di lei il giorno in cui Occhi di Lince la ritrovò sotto la pelle di orso. La pantera non l’aveva mai abbandonata, in tutti quegli anni l’aveva sorvegliata da lontano.
Dopo giorni di cammino arrivò a un villaggio di case, molto diverso da quello in cui era cresciuta, e lo osservò da lontano, per molte ore.
Sentiva dentro di lei un richiamo a scoprire quel posto, nonostante si sentisse terrorizzata si tolse le sue collane di piume e di pietre e le nascose nella foresta insieme al suo arco e alle frecce. Ci avrebbe pensato la pantera a sorvegliarli.
A piccoli passi entrò nel villaggio, si sentiva osservata, non sapeva dove andare, né cosa fare finchè un fischio richiamò la sua attenzione. Era un ragazzo dai colori pallidi come lei, capelli gialli e occhi azzurri. Cuore di Luna si fermò e il ragazzo le si avvicinò chiedendole, per via dell’abbigliamento, se era stata rapita dai pellerossa. Lei comprendeva e sapeva scrivere la lingua di Capelli Gialli, perché la sciamana Occhi di Lince gliela aveva insegnata, ma si vergognava a usarla. Quindi non rispose e continuò a fissarlo. Lui a un certo punto esclamò:
“Ho capito! Sei muta?” e lei annuì.
Le sembrò la cosa più intelligente da fare. Capelli biondi la prese delicatamente per un braccio e la portò in un posto dal forte odore di cannella. Le mise in mano carta e penna e le disse che potevano comunicare scrivendo.
I ragazzi ci presero gusto e parlarono a lungo, anzi si scrissero a lungo.
Arrivò la sera e Cuore di Luna tornò nella foresta, si fece un letto di foglie e si coprì con la sua pelle d’orso, la pantera vegliava su di lei. Così fece per parecchi giorni finchè un sogno le rivelò che il suo posto era nel villaggio di Capelli Biondi, lì c’era tanto bisogno di lei e della sua spiritualità, quella che lei aveva imparato dalla sciamana Occhi di Lince, la sua mamma di cuore, e da Luce del Giorno, la sua mamma di latte, e da tutta la sua tribù.
Cuore di Luna sentiva che Capelli Biondi sapeva ascoltare e che la sua presenza l’avrebbe aiutata a curare il suo passato, era l’unico modo per poter diventare quello che i grandi spiriti avevano pensato per lei.
Cuore di Luna non tornò più alla tribù del Grande Spirito, ma al formarsi di ogni luna nuova
bruciava salvia e danzava per la sua gente.